Fattori che influenzano la resilienza e la capacità di affrontare i problemi
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- In primo luogo diventiamo consapevoli della situazione di minaccia e della nostra paura di fronte all’evento traumatico (“Cosa sta succedendo?”);
- Successivamente acquisiamo la consapevolezza della nostra vulnerabilità e ci sentiamo deboli e non in grado di controllare gli eventi (“Oh no!”);
- Infine ci rendiamo conto che il pericolo è reale e che si deve reagire per sopravvivere e per acquisire il controllo sulla situazione (“Non permetterò che questo accada a me o a te”);
Così facendo spostiamo l’attenzione da un focus interno di vulnerabilità ad un focus esterno di pericolo, ed è proprio questo cambiamento di prospettiva mentale che ci permette di mobilitare le nostre capacità e le nostre risorse per affrontare le situazioni (Solomon, 1988).
La resilienza è quindi la capacità di spostare il focus dalla nostra vulnerabilità interna (che ci fa sentire deboli e fuori controllo) alle nostre capacità e abilità di rispondere alle situazioni (ci sentiamo più equilibrati, forti e in controllo). E’ importante quindi fronteggiare i sentimenti di vulnerabilità (“mi possono succedere cose brutte”) e dare importanza alle cose che possiamo fare per rispondere alle situazioni, focalizzandoci sui differenti tipi di risorse che possiamo utilizzare per trovare la capacità di reagire.
Inoltre la capacità di utilizzare un pensiero resiliente viene favorita quando un evento avverso è vissuto come comprensibile, gestibile e significativo (Antonovsky, 1987).
Rispetto ad un evento traumatico, quindi, è importante comprendere cosa è successo e come è successo (anche se a volte non potremo mai capire il motivo per cui è accaduto), oltre alle implicazioni di quanto avvenuto sulla nostra salute e sul nostro benessere.
Tale osservazione ci fa pensare a quanto sia importante, soprattutto per i bambini, che i genitori spieghino loro quanto accaduto, naturalmente con parole e dettagli adeguati all’età del bambino.
Tenere nascosti gli eventi ai bambini con l’intento di proteggerli dalla sofferenza, come ad esempio nel caso della morte di una persona cara o della malattia di un genitore, a volte può creare molti danni. (Questo argomento, qui solo accennato, verrà trattato approfonditamente in un altro articolo del blog).
E’ necessario inoltre rendere gestibile l’evento, pensando che ” quello che sta succedendo è difficile, ma può essere gestito”. E’ importante quindi recuperare il senso di auto-efficacia di cui si parlava in precedenza, per uscire da una posizione di impotenza e smettere di rimanere bloccati nella sofferenza.
Questo è particolarmente vero per le persone che soffrono di ansia, nelle quali la capacità di recuperare e sentire intimamente questo pensiero costituisce uno dei fattori principali per la risoluzione del sintomo.
Infine è fondamentale identificare un possibile significato positivo dell’evento: capire l’impatto di un evento, il suo significato sulla nostra vita e i suoi possibili aspetti positivi. Ad esempio, possiamo dar valore al fatto di sentire che le persone intorno a noi ci vogliono bene e ci forniscono un supporto, alla possibilità di imparare a reagire alle avversità, trovare in se stessi nuove modalità di stare con se stessi per ritrovarsi più forti affrontando le avversità (Solomon, 1988).
Per un’introduzione al concetto di resilienza rimando all’articolo sul mio blog.
- C.Solomon (1988) The virtue of love, Midwest Studies in Philosophy XIII
- Antonowsky (1987) Unraveling the mystery of health: How people manage stress and stay well, Jossey-Bass.